domenica 30 dicembre 2012

Poesia tra l'Italia e la Grecia: un post dedicato a Massimiliano Damaggio

 
Incanto e disincanto. Dedico il post di oggi al poeta Massimiliano Damaggio, sito http://www.massimilianodamaggio.com/  che vive tra l'Italia e la Grecia. Nato il 19 Ottobre 1969 in Brianza, è andato via dall'Italia per trasferirsi ad Atene.
Ha cominciato a scrivere poesie quando aveva sedici anni. A diciannove anni ha scoperto la poesia latino - americana, in particolare brasiliana, da lui definita "un universo vitale, profondamente innovativo, multiforme, libero da condizionamenti intellettuali, stereotipi e da un certo manierismo noioso che caratterizza gli europei. Soprattutto una poesia con i piedi piantati per terra, scritta da esseri umani per altri essere umani, in nome della comunicazione".
All'età di ventitrè anni ha partecipato alla Biennale dei Giovani Artisti dell'Europa e del Mediterraneo, selezionato per la città di Milano da Giancarlo Majorino. Fino alla fine degli anni '90, ha frequentato la vita culturale milanese per poi abbandonarla del tutto agli inizi del nuovo millennio e trasferirsi in Grecia. Per dieci anni ha quasi cessato di scrivere.
Nel 2011 ha pubblicato con Ensemble Edizioni http://www.edizioniensemble.com/  il libro "Poesia come pietra" , con prefazione di Carlo Bordini.
Ha appena pubblicato in formato e-book il libro "L'illusione del bipede" con Clepsydra Edizioni http://www.clepsydraedizioni.com/  Cio' che mi colpisce della poesia di Massimiliano è il suo realismo, la sua pungente vis poetica. In un suo componimento, ha scritto "Oggi la poesia deve essere una preghiera. / Nient'altro che una preghiera / in forma di pietra / scagliata con la mano". Per Massimiliano "se la poesia avesse l'impatto psichico della preghiera, allora potrebbe diventare un'arma di comunicazione di massa". Le parole nel suo ultimo "L'illusione del bipede" si trasformano in "pallottole"  "per provocare un foro nel muro di gomma asettico che avvolge l'uomo contemporaneo, per lo meno quello economicamente evoluto".  
Nelle poesie di Massimiliano si respirano le contraddizioni di una terra, quella greca, fatta di chiaroscuri, di vento forte sulle coste, di terra arida e acqua salata, di volti consumati dal sole e dalle difficoltà quotidiane.
 
uomini
escono dai buchi della notte
pieni di denti
sigarette
piccole grida
 
nella notte grande
molto grande
eccessivamente grande
 
seguono il cammino verso la piazza
lacrimogena
 
"ascolta, mi dicono, ho perso il lavoro
adesso dormo nei cassonetti
la banca m'ha mangiato un braccio
sono zoppo
non posso più elargire calci
né carezze

cosa può stasera, domani
questa riga, questa penna, questa roba qua
che chiamate poesia?

non è
carne né
pesce né
lingua oramai"

e saltano fra gli incendi
verticali dei chioschi

e gli alberi
soffiano
sul fuoco
 
Componimento tratto da "Poesia come pietra" di Massimiliano Damaggio (pag. 11, Poesia come Pietra, Edizioni Ensemble 2011).
Foto: Rodi Ventosa
 
 
 
 

venerdì 28 dicembre 2012

"Amare una persona è..." Conoscete Omar Falworth?

 
"Amare una persona è...
 
Averla senza possederla.
Dare il meglio di sé,
senza pensare di ricevere.
Voler stare spesso con lei,
ma senza essere mossi dal bisogno
di alleviare la propria solitudine.
Temere di perderla,
ma senza essere gelosi.
Aver bisogno di lei
ma senza dipendere.
Aiutarla, ma senza aspettarsi gratitudine.
Esser legati a lei,
pur essendo liberi.
Essere un tutt'uno con lei,
pur essendo se stessi.
Ma per riuscire in tutto ciò,
la cosa più importante da fare è...
accettarla così com'è,
senza pretendere che sia come si vorrebbe."
 
Poesia tratta da "L'arte di Amare e farsi Amare" di Omar Falworth (Essere Felici Edizioni, anno 2006 -2008). Dedicata a chi così ama ed è amato.
E' possibile leggere un mio articolo sul libro "L'arte di Amare e farsi Amare" al link http://www.leidonnaweb.it/attualita/letteratura-e-lettura/item/337-arte-di-amare-e-farsi-amare-di-omar-falworth.html
Foto: Orchidee Natalizie
Musica nell'aria: Armonie d'arpa della musicista Carla They https://sites.google.com/site/carlatheyharp/
 

giovedì 27 dicembre 2012

Ironia e talento nei racconti di Roberta Granata alias Ottawa

 
Dedico il post di oggi ad una talentuosa ed ironica scrittrice di racconti che si chiama Roberta Granata. Formatrice e consulente nel mondo delle risorse umane, è nata a Piacenza ma vive a Milano da (quasi) sempre. Sulla soglia dei quarant'anni, Roberta dice di sè "Scrivere è il mio modo di respirare". E lo fa a pieni polmoni, raccontando a volte in modo ironico, a volte in modo drammatico, vicende e personaggi comuni che, da elementi di un puzzle infinito, ne diventano le chiavi di lettura. Perchè ciascuno di noi è indispensabile nel grande gioco delle parti. Questa è la filosofia che sta dietro a molte sue storie, che si rifrangono tra i flutti della rete, dove collabora con diversi siti dedicati a scrittori emergenti. Roberta Granata sta lavorando ad una raccolta che uscirà nel 2013, sarà dedicata al mondo femminile e avrà come titolo "Gli specchi non parlano ma riflettono molto". Attraverso i suoi scritti (tutti rigorosamente approvati dal suo cane Charlie, splendido border collie di dodici anni) emerge la grandezza e, insieme, la pochezza dell'umana specie, declinata al passato, al futuro e al presente. Su gentile concessione dell'autrice, cito un suo racconto che potete leggere anche in Neteditor.it dove Roberta Granata scrive sotto lo pseudonimo di Ottawa: http://www.neteditor.it/node/123030?name=Ottawa 
 
Il racconto si intitola "Non lavorare stanca".
 
" Accompagnare la porta, grazie. Così c'è scritto sulla targa cartonata all'ingresso. Accompagno e suono il campanello alla destra del corridoio. "Buongiorno, desidera?". Desidero da due anni un lavoro stabile che mi consenta di fare la spesa senza usare i buoni sconto o i ticket restaurants, grazie. Desidero essere considerata facente parte dell'umana specie detta popolazione attiva. Desidero entrare e uscire con un sorriso sulle labbra da suggellare il mio nuovo contratto. "Ho appuntamento per un colloquio, sono Anna Lavezzi". Appunto, ho un colloquio, non è che lo desidero. Avrà su per giù venticinque anni questa bella ragazza riccia che mi accoglie; quindici in meno di me, cosa che ne fa, potenzialmente, una quasi figlia.
"Intanto può compilare questo" mi passa una cartelletta tipo liberatoria prima dell'intervento chirurgico e accenna con chioma fluente alla fila di poltroncine rosse lungo il corridoio. Nome, cognome, luogo e data di nascita, lo stato civile, per la milionesima volta da incidere sul prestampato a caratteri Arial 12. E poi dentro le caselle, bene in ordine, tutto il racconto dei miei quarant'anni, la laurea in filosofia, la scuola, i miei due figli. Non ci sta, tutta la mia precaria vita dentro a questo foglio A4. Servirebbe almeno un A3 ma bisogna adeguarsi. Così, dieci minuti dopo depongo il tutto sul tavolo di ingresso. la "Prego".
Ho superato il primo step, mi dico. La venticinquenne riccioluta si chiama Elisabetta Conticini e il biglietto da visita che mi allunga mi informa che è Responsabile di Selezione. Responsabile. Bene. "Mi vuole raccontare qualcosa di lei?" esordisce. Ma che domanda è? Tipo argomento a piacere dell'esame di maturità? Riassumo, tirando all'osso. "Quindi lei non lavora da tre mesi...vedo che faceva l'educatrice in un asilo. Come mai ha lasciato?" chiede con l'ingenuità dei suoi venticinque anni. Ecco, la domanda che volevo evitare.
"Mio marito...è morto due mesi fa. Ho deciso di stargli accanto, era malato. Lui...". "Mi spiace, e ora che lavoro cerca, sempre come educatrice?" incalza.
E no , signorina Elisabetta - responsabile - di - selezione, non te ne importa nulla della mia vita, avrei potuto dirti che avevo fatto naufragio nel mar dei Sargassi e avresti avuto la stessa reazione. "Ho esperienza come educatrice, segretaria e archivista in biblioteca. Imparo in fretta". Frase suicida.
Mi guarda ironica come se pensasse "Davvero? Impari in fretta a quarant'anni? Al miracolo, direi...".
Dalla sua turgida bocca però esce un'altra frase. "Col computer come se la cava? Internet? Posta elettronica? Perchè oggi, tutte le aziende...". "Mio marito faceva il giornalista, con internet ci lavorava per scrivere, documentarsi. Io l'ho sempre aiutato e il resto l'ho imparato da me". Quasi il peggio, penso mentre la vedo vergare la parola AUTODIDATTA sul foglio. "In questo momento ho solo una mission temp di due settimane come receptionist in un centro estetico, su turni. Le interessa?". Penso a Marta e Luca, cinque anni in due, e alle difficoltà che avrebbero nello spiegare ai loro amichetti che la loro mamma ha accettato una temporary position come receptionist. Ma devo andare avanti, in un modo o nell'altro. "Si, mi interessa, posso cominciare anche subito. Dove?" chiedo alla fine. La ragazza si ritrae e precisa "Guardi, dobbiamo vedere ancora tre persone e presentare la rosa di candidature entro martedi. Le faremo sapere entro quella data se l'azienda vorrà fissarle un colloquio in sede. Per ora è tutto". Convenevoli di rito e sul portone il solito avviso di accompagnare la porta. Ora, io la porta la accompagno pure, ma a me chi m'accompagna?
Questo è stato il quinto colloquio di questa lunga settimana e siamo solo a giovedi.
Depenno dal giornale degli annunci economici il nome dell'agenzia e respiro l'aria putrida che sfiata dall'imbocco della metro di piazza De Angelis. Sarà bene ritoccarlo, il curriculum, ci sono un paio di punti che dovrei sviluppare meglio. Chissà che mi serva a migliorare la situazione. L'ha detto anche la signorina Elisabetta che devo valorizzarmi e se lo dice lei, che è responsabile, mi devo fidare. Decido di tornare a casa a piedi, tagliando la città dalla piccola circonvallazione, un po' per sfogarmi, un po' per risparmiare il biglietto, così posso comprare un altro giornale con gli annunci di lavoro, fare altri colloqui e finire finalmente la mia inchiesta giornalistica sul mercato del lavoro. E farla leggere a Marco, naturalmente, che oltre ad essere mio marito è anche il mio più critico lettore ".
Foto: Manus Marae
 

domenica 23 dicembre 2012

Buon Natale e Buone Feste!


I miei più sinceri auguri di Buon Natale e di Buone Feste da me e dal mio cagnolone Joyce!

"L'acqua è insegnata dalla sete.
La terra, dagli oceani traversati.
La gioia, dal dolore.
La pace, dai racconti di battaglia.
L'amore, da un'impronta di memoria.
Gli uccelli, dalla neve."

Poesia tratta da "Poesie" di Emily Dickinson, nella traduzione di Margherita Guidacci (Edizioni BUR 1996, pag. 139).
Foto: Babbo Natale Joyce

giovedì 13 dicembre 2012

Poesia dedicata alla Neve

 
Neve
 
Piccole mani
carezzano il cielo
presto abbracciando
ogni cosa.
Gelide
ballan lentamente
seguendo casuali traiettorie.
E' un attimo:
la terra
le vuole per sé.
Cessa
allora
la Bianca Danza.
 
Poesia tratta da "I segreti delle orchidee" di Mara Giglio. Tutti i diritti sono riservati http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=856871
Foto: Neve in Val D'Aosta
Musica nell'aria: Kristin Hersh and Michael Stipe in "Your Ghost"

sabato 8 dicembre 2012

Fiori per la cantante Chiara Galiazzo

 
Vorrei dedicare il post  di oggi alla cantante Chiara Galiazzo.
Ventisei anni, della provincia di Padova, ieri sera ha vinto meritatamente la finale del programma televisivo X Factor 2012. Ho seguito con affetto il percorso di Chiara fin dall'inizio, con le emozionanti e personalissime cover di Purple Rain, The final countdown ed Alabama Song. Ho raggiunto l'apice dell'emozione e dell'incanto con l'ascolto delle raffinate You Do Something to me e Teardrop. Bellissima anche l'onirica Due Respiri scritta per lei da Eros Ramazzotti. Se avessi l'indirizzo di Chiara, le invierei un mazzo di fiori per complimentarmi con lei e ringraziarla di avermi commosso, emozionato ed avermi trasportato in mondi altri con la sua voce e comunicato la sua passione per la musica e l'arte.
Sul bigliettino di ccompagnamento ai fiori, scriverei "Grazie Chiara della Poesia che mi hai regalato in questi mesi. La tua voce è puro incanto. Che l'armonia sia sempre con te".
Un mio tributo a Chiara è stato pubblicato sul sito ledonnaweb.it e  si trova al link http://www.leidonnaweb.it/attualita/cinema-tv/item/244-e-nata-una-giovane-stella-si-chiama-chiara-galiazzo.html
Foto: vaso floreale per Chiara Galiazzo. Musica: cover "You do something to me" http://xfactor.sky.it/showvideo/142010/chiara-e-la-romantica-you-do-something-to-me/22-11-2012/chiara,puntate,xfactor,XF6,/
 
 

giovedì 6 dicembre 2012

Il poeta, pittore e scultore Riccardo Melotti

 
Non so quantificare l'arricchimento umano che mi ha portato la pubblicazione del libro di poesie "I segreti delle orchidee":  ho avuto l'opportunità di entrare in contatto con numerosi scrittori, poeti ed artisti che altrimenti, con ogni probabilità, non avrei conosciuto. Riccardo Melotti è tra questi. Nato a Crespellano (BO) il 22 Gennaio 1954, è un artista versatile e profilico: le sue centinaia di suggestive opere spaziano dalla pittura, alla poesia, alla scultura. Ha vinto numerosi premi e ricevuto riconoscimenti sia in ambito artistico che letterario. E' collaboratore del gruppo bolognese di promozione culturale "Assolutamente Azzurro". Se siete curiosi, potete visitare il loro blog http://www.assolutamenteazzurro.blogspot.it/ 
Ha pubblicato le seguenti raccolte poetiche: "Parole" di Nicola Calabria Editore, "Foglia e pietra" della Litografia Stampa Nova, "Angolo e orizzonte" di Tinarelli Casa Editrice, "La soglia del pendolo" di Cicogna Editore e "Paesaggi di Sicilia" di Tindari Editore. Tramite il sito ilmiolibro.it, ha autopubblicato trentottro libri di poesie. Riccardo Melotti definisce la poesia come "la fonte di un respiro dove sgorgano fiati di parole" e le opere artistiche come "le tessere di un più ampio mosaico che il pittore, nella sua vita, compone". Potete leggere una breve intervista da me fatta a Riccardo, all'interno della Rubrica "Poesie di viaggio" al link: http://nonsoloturisti.it/2012/11/riccardo-melotti-la-pupilla-del-sentire/
Su gentile concessione dell'autore,  cito una sua suggestiva  poesia vincitrice del Premio Speciale Unico della Giuria del Concorso Internazionale Artistico Letterario Ambiart 2012 promosso da "Fare Ambiente" Lombardia.
 
Quando nulla dipinge
 
"Ancora percorro la notte
con l'indugio,
attraversando il timore
sul ciglio buio
in quell'angolo
sovrano di ogni pensiero,
prima del respiro
compagno
del prato nuovo.
Non ho occhi
che donano il celeste
nè chiavi
senza ruggine
per l'unico foro
di luce.
Mi tentano
assalendomi
i ricordi,
mentre i tetti
chiudono sguardi
e pareti sigillano
cuori.
I corpi,
scolpiti come statue
sono le sentinelle
dei misteri
e gli alberi fragili
regnano,
nei sentieri vuoti".
 
Poesia tratta dal libro "La soglia del pendolo" di Riccardo Melotti (Cicogna Editore di Bologna, edizione 2012)
Foto: opera senza titolo di Riccardo Melotti, su gentile concessione dello stesso, realizzata nel 2009 su tavola con tecniche miste.